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Rising Sounds: Due Chiacchiere (online) con Valentina Polinori

Rising Sounds è la rubrica di SLQS dedicata agli artisti emergenti!

Valentina Polinori è una giovane cantautrice romana. Ha pubblicato da poco il suo secondo album, “Trasparenti”, di cui ha scritto testi e musica. Per gli amanti di Björk, Meg ed Elisa sarà amore al primo ascolto. La voce di Valentina è dolce, sognante, e le sue parole scorrono con incisione e delicatezza.

Cliccate qui per ascoltare il suo singolo “Bosco”.

La nostra chiacchierata è fissata per le 11 in punto di un lunedì mattina molto speciale per il nostro Paese, l’Italia sta iniziando a piccoli passi la sua ripresa.

Ma ecco che i mezzi digitali, sui quali abbiamo affidato ogni momento dei passati due mesi, ci abbandonano, e dopo qualche goffo ed inefficace tentativo di lotta titanica ed achabiana con la tecnologia, finalmente l’allegra suoneria di Skype ci informa che non tutto è perduto.

Valentina ride, e nel giro di pochi attimi da una banale, e forse un po’ freddina, intervista, si passa ad una chiacchierata esplorativa, che, proprio come le sue canzoni, lascia entrare in un mondo familiare e allo stesso tempo tutto nuovo.

Come stai, Valentina?

Mah, devo dire che adesso sto piuttosto bene. Certo, sono stati dei mesi difficili, ma sono assolutamente in ripresa. Ho vissuto la quarantena da sola, quindi devo ammettere che è stato un po’ impegnativo. Adesso però sto rivedendo tutte le persone a me vicine ,quindi sono molto contenta.

Iniziamo a parlare di musica. Ci sono per caso degli artisti italiani, o anche internazionali, a cui ti ispiri?

Non parlerei tanto di ispirazione. Ascolto moltissima musica, tanti cantautori. Forse recentemente, rispetto al passato, ascolto un po’ meno musica italiana, ma tra i miei preferiti sicuramente ci sono i cantautori classici italiani, come Dalla, o Samuele Bersani. Negli ultimi tempi anche Colapesce, e cantautori indie, come Gazelle. Non so se li definirei punti di riferimento, ma tutti gli artisti che sento sono parte del mio mondo.

Quindi anche i tuoi gusti musicali spaziano molto.

Assolutamente. Dall’hip-hop al jazz, al rock!

Riusciresti a scegliere un tuo artista preferito?

Oddio! In passato forse ti avrei detto i Daughter, loro mi piacciono molto. Però oggi mi rendo conto che ascolto e amo tanti di quei musicisti che una risposta netta sarebbe difficile!

Adesso parliamo di te come artista. Come nasce un tuo pezzo?

Non c’è un vero procedimento costante. Ci sono delle idee che possono nascere in qualsiasi momento, ovunque mi trovo. E appena posso, ecco che provo a scrivere accordi e melodia. Tendenzialmente, se scrivo prima il testo, forse il processo è più veloce, perché ho già un’idea in mente. Ma è diverso per ogni volta.

Dipende tanto anche dal periodo, in effetti. A volte mi metto lì e scrivo, e altre volte no, è molto variabile.

Com’è stato, invece, il tuo percorso nel mondo della musica?

Ho iniziato da piccolina a studiare pianoforte, e ho fatto un anno di conservatorio da adolescente. Poi, però, ho lasciato e ho iniziato a studiare la chitarra da autodidatta, intorno ai vent’anni. Da lì, ho iniziato a scrivere i pezzi, gradualmente. È iniziato tutto davvero quando mi sono approcciata alla chitarra.

Parliamo del tuo futuro. C’è già qualcosa in programma?

Sì! Sto scrivendo delle cose nuove, e spero di far uscire qualcosa di molto presto a dire il vero. Non so ancora se un disco o qualcosa di singolo. Cerco sempre di tenermi attiva, non mi sono mai fermata. Vi aggiornerò!

La vita tra mondo della musica e mondo esterno alla musica può portare ad esperienze molto diverse. Qual è il ricordo più bello della tua vita tra palco e accademie?

Quando ero all’università ero un po’ meno attiva a livello musicale. Quello che poi è andato a combaciare con la musica per davvero è stato il mio lavoro. A volte è difficile mettere la stessa energia in entrambe le cose, ma devo anche dire che è una gran bella soddisfazione quando alla fine della giornata lavorativa riesco a suonare e dare il massimo. È una sensazione bellissima, quindi penso proprio sia questo.

Hai vissuto in diverse città d’Europa. Ce n’è forse una in cui sei riuscita a sentirti più a tuo agio come artista? Più compresa, musicalmente parlando?

In realtà, ti dirò, Roma offre un ambiente molto ricco. E quindi sì, direi Roma. Scrivendo in italiano è anche più semplice trovare qualcuno che possa comprenderti, non solo per un ascolto superficiale. Ma devo dire che due anni fa mi è capitato di suonare a Vienna, una mia amica mi ha invitato lì per partecipare ad un evento. Ed è stato molto bello, perché spiegavo in inglese di cosa avrebbero parlato i pezzi che poi ho cantato in italiano, e c’è stato un ascolto molto attento, molto particolare. Incredibilmente, fuori dall’Italia, Vienna!

Di tutto il tuo percorso, c’è qualcosa che rifaresti?

Tutto. Non c’è qualcosa di cui mi pento, anzi, a dire il vero forse faccio anche troppo! In fondo, tutte le scelte che ho fatto le ho fatte perché spinta dal desiderio di arrivare ai miei obiettivi. Quindi non ho rimorsi per aver rinunciato a qualcosa, né rimpianti per cose che non rifarei. Tutto mi ha portato là dove volevo andare.

Qual è il sogno nel cassetto di Valentina Polinori-cantautrice?

Continuare a suonare e scrivere il più possibile. Voglio farlo per sempre. Certo, in generale vorrei che la passione restasse viva. Se quella rimane, voglio continuare a suonare.

L’intervista è finita, ma Valentina ha detto una frase che mi ha molto colpito. È il bello degli scambi tra la gente, non sai mai dove possono portarti. Mi prendo un momento, e così, fuori programma, parliamo di passione per la musica e vita reale.

Il concetto di cui hai parlato adesso è molto interessante. “Vorrei che la passione restasse viva”. Per quanto sembri impossibile, infatti, non sempre musica e passione vanno di pari passo. E non tutti suonano per passione. In fondo, è la conseguenza naturale delle cose per chi ha scelto di farne un lavoro diverso da quello di scrittura e produzione di musica inedita.

Beh, lavorare in un altro ambito forse ti permette di mantenere nella musica un’attitudine particolare. Che sia il più possibile positiva. Non voglio crearmi aspettative ingombranti, ma voglio fare quello che mi va di fare. La mia musica è tutta passione, lo faccio per quella. È difficile, ma è il motore fondamentale.

La nostra chiacchierata si conclude sorridendo. È stata una conversazione di quelle che alla fine ti lasciano serenità, perché ci si sente arricchiti. Così io e Valentina ci salutiamo, ritornando al nostro lunedì nelle rispettive città, ringraziando i mezzi digitali per non averci ostacolate dopo i singhiozzi iniziali, e soprattutto aspettando di ascoltare le novità che ci ha promesso, in attesa di poterci incontrare, questa volta di persona, per la prossima intervista.

(Tutte le foto sono di Davide Fracassi)

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