Ho una confessione da farvi. La prima volta che ho ascoltato i Thegiornalisti dal vivo è stato nel 2015. Io non li conoscevo ma il pubblico si, e anche bene. Motivo per cui ho iniziato a osservare i fans. Ragazzi ventenni o poco meno, in maggioranza ragazze, che cantavano ogni canzone a memoria, saltando e piangendo. Quindi ho deciso di sforzarmi e capire perché il motivo di tanto successo.
Ebbene per me rimane un mistero, ma da quella sera i Thegiornalisti hanno fatto il salto di qualità, e in meno di un anno sono riusciti ad avere un successo mainstream grazie a Completamente Sold Out, quarto album in studio. Si, perché i tre ragazzi di Roma, Musella, Primavera e Paradiso, si sono formati nel 2009 proprio nella Capitale e sono riusciti in qualche anno a farsi notare non solo da chi era in cerca di musica “diversa”, ma anche dalla critica.
Come hanno dichiarato più volte in diverse interviste, l’essenza della band è racchiusa nel nome: Thegiornalisti significa raccontare storie il più possibile vicino alla realtà, costituita dalle piccole cose che passano inosservate. Raccontarle alla maniera dei giornalisti, attenendosi ai fatti, è stato lo scopo del trio romano, almeno fino allo scorso settembre, quando, subito dopo il concerto al Circo Massimo, Paradiso ha annunciato sui social di voler intraprendere la carriera da solista. Adieu, bye bye, Auf Wiedersehen.
Le storie d’amore finiscono, le storie di band pure. Soprattutto in Italia, dove le band sembrano avere vita breve. Eppure, Tommaso Paradiso è riuscito a mantenere il controllo e nel giro di pochi mesi ha scritto altre due canzoni in stile Thegiornalisti: Non avere paura e I nostri anni dimostrano che chi fa da sé fa per tre. L’antidivo Paradiso continua a vestire oggettivamente male, continua a cantare di biscotti inzuppati nel latte, piante da innaffiare e gente che in casa indossa il vestito da sposa.
Oltre a scrivere come un fiume in piena testi e musica per se stesso e per altri, Tommaso Paradiso ha un modo di cantare che lo rende riconoscibile anche a chi lo conosce affatto. Complici le radio italiane che trasmettono in sequenza le sue canzoni, evitare di pronunciare le sillabe in maniera chiara e comprensibile ai più è proprio una prerogativa di Tommaso. La sua voce sporca ricorda un Gianluca Grignani addolcito, le melodie invece si avvicinano molto alla musica di Cesare Cremonini. Se poi ci sofferma sui temi -Roma e gli amori complicati- allora si pensa subito a Venditti. Quindi niente di nuovo sotto al sole.
Eppure Paradiso riesce a distinguersi da tutti e ad avere una marcia in più: se iniziate ad ascoltare le sue canzoni non riuscirete più a smettere di farlo. Le tastiere in primo piano, quella ritmica che rende la canzone subito orecchiabile e piacevole, il sapore un po’ vintage di alcuni suoi pezzi sono gli ingredienti del successo del trentaseienne romano, che continua ad avere il potere di parlare di niente e a trasformare quel niente in una hit estiva.
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