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40 anni di The Game: i Queen e l’album della svolta

Accadde oggi, ma 40 anni fa: i Queen pubblicano The Game, un album che ha segnato la musica pop degli anni 80. Tra i brani più amati Another One Bites the Dust

Probabilmente, quando i Queen pubblicavano il loro ottavo album in studio, non immaginavano minimamente che quello sarebbe stato il momento della svolta. Il 30 giugno 1980 usciva The Game, il disco che avrebbe segnato la musica rock britannica (e mondiale) per tutto il decennio successivo.

Dopo aver ridefinito i canoni del suono e aver spinto le regole della stravaganza e dell’immaginazione oltre l’asticella del consentito, i Queen si erano aggiudicati definitivamente il titolo di “reali” del pop. Con The Game faranno qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato da loro: useranno il sintetizzatore. Fino a quel momento infatti Freddie Mercury, Brian May, John Deacon e Roger Taylor si erano rifiutati di farlo, rivendicando con orgoglio la genuinità della loro musica e la complessità delle composizioni strumetali – spesso rivoluzionarie!

Con The Game, invece, si convertono (forse per gioco?) ai synth e l’effetto è stupefacente: dal rock acustico e dal sapore Fifties di Crazy Little Things Called Love, alle melodie funk e moderne di Another One Bites the Dust, i Queen scalano le classifiche di mezzo mondo raggiungendo anche il mercato del R&B, fino a quel momento a loro sconosciuto. Ma con il successo arrivano inesorabili anche le perplessità della critica, che attacca il gruppo sia sul piano musicale sia dell’immagine.

Il tempo ha dimostrato che i Queen tutto sommato avevano ragione: pur non rappresentando il meglio dei fantastici quattro, The Game è riuscito a imporsi come l’album della svolta elettronica, influenzando non solo la musica di quegli anni ma anche i lavori successivi della band.

Track list

1 Play the Game – 3:33
2 Dragon Attack – 4:19
3 Another One Bites the Dust – 3:32
4 Need Your Loving Tonight – 2:49
5 Crazy Little Thing Called Love – 2:48
6 Rock It (Prime Jive) – 4:33
7 Don’t Try Suicide – 3:52
8 Sail Away Sweet Sister (To the sister I never had) – 3:33
9 Coming Soon – 2:51
10 Save Me – 3:49

E voi cosa ne pensate? Quale tra queste canzoni è la vostra preferita?

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5 dischi imperdibili di Avishai Cohen

(Immagini prese dal web.)

Auguri, Avishai! Ieri il grande contrabbassista israeliano ha compiuto 50 anni. Per festeggiarlo, ecco a voi cinque imperdibili titoli da ascoltare, presi dalla sua discografia.

Definito da Chick Corea “un musicista geniale”, Avishai Cohen è una leggenda vivente del contrabbasso. Nato a Kabri, comune kibbutz nella parte a nord in Israele, ha costellato in breve la sua carriera di successi e collaborazioni stellari: suona al fianco del già citato Chick Corea dal 1996 al 2003, Danilo Pérez, Bobby McFerrin, Alicia Keys e molti altri.

L’Avishai Cohen Trio, nel quale suonano Shai Maestro al pianoforte e Mark Guiliana prima e Itamar Doari dal 2010 in poi, è forse il progetto più brillante del contrabbassista.

Oggi, la nostra redazione, vi consiglia questi titoli imperdibili:

1) Adama (1998)

Primo Album di Cohen, tutti i brani portano la sua firma a parte uno: Besame Mucho.

Nell’album hanno suonato, tra gli altri, Chick Corea, Brad Mehldau, Jeff Ballard.

2) Gently Disturbed (2008)

 Influenze di epoche e Paesi diversi si mescolano nelle complesse ritmiche di questo album, che riesce allo stesso tempo a restare bellissimo. Un vero must per gli amanti del jazz.

3) Aurora (2009)

In Aurora ci sono tutti gli impulsi culturali che hanno accompagnato Avishai nella sua vita. Troviamo diversi idiomi e atmosfere di diverse aree geografiche.

4) Seven Seas (2011)

Anche in questo album, Cohen si riconferma un musicista eclettico ed un compositore sublime.

5) 1970 (2017)

In questo album la vena è decisamente più pop e folk, e forse meno jazzistica rispetto agli altri, e una cosa è certa: restare fermi durante l’ascolto sarà impossibile. Avrete voglia di ballare sin dalle prime note di Song of Hope.

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