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Che fine hanno fatto #8 – I Blue

Per questo primo Che fine hanno fatto di gennaio abbiamo deciso di portarvi in Inghilterra, per sopperire a modo nostro alla mancanza di viaggi. Per visitare il paese della Regina, del fish and chips e del brit-pop da quest’anno serve il passaporto, ma per questo viaggio non sará necessario. Oggi ripercorriamo la carriera di Duncan James, Lee Ryan, Antony Costa e Simon Webbe, i ragazzi che nei primi anni duemila conquistarono l’Europa e il mondo intero con il semplice nome Blue. Ammettiamolo, ognuna di noi era segretamente innamorata di almeno uno di loro (a fine articolo vi sveleró di chi ero innamorata io…), ma oltre al bell’aspetto i Blue erano dotati di un grande talento e hanno messo insieme in pochi anni un arsenale di indimenticabili hit.

Ryan e Antony si conoscono da ragazzini ad un casting e nel 2000 decidono di formare una band insieme al loro amico Duncan. Al trio manca decisamente qualcosa ed è per questo che i tre tengono delle audizioni per trovare un quarto componente. Simon si rivela un match perfetto. Sotto la supervisione del loro manager cominciano a lavorare al loro album di esordio, All Rise, certificato platino ben quattro volte nel Regno Unito. Ma è con il secondo album, One Love del 2002, che la carriera dei Blue impenna e, anche in Italia, nessuno sembra immune al loro fascino. È molto probabile che voi sappiate ancora a memoria i testi delle hit One Love and U Make me Wanna (io sí e non me ne vergogno). Spicca in questo disco la collaborazione con Sir Elton John, con il quale i Blue re-interpretano la splendida Sorry Seems to Be the Hardest Word.

Altro album, altro successo, altra collaborazione importante. Nel 2003 esce Guilty, trainato dal singolo omonimo, che contiene anche il brano Signed, Sealed, Delivered, I’m Yours, re-interpretato proprio insieme a Stevie Wonder. Fa parte del disco anche Breathe Easy, la canzone il cui testo viene riscritto in italiano da Tiziano Ferro con il titolo A chi mi dice e che diventa il singolo piú venduto in Italia nel 2004. Ultimo singolo estratto da Guilty è il brano estivo Bubblin‘. Alla fine dello stesso anno esce Best of Blue e l’inedito estratto, Curtain Falls, sembra prevedere quello che di lí a poco sarebbe successo ai Blue. Il testo della canzone recita ‘We’ll be ready when the curtain might fall’ (‘Saremo pronti se il sipario dovesse cadere‘) e in effetti da quel momento in poi il successo dei Blue sembra sfumare. La band si scioglie a fine 2005 perché i ragazzi vogliono tentare carriere da solisti.

Le voci di una reunion si diffondono nel 2009, ma si concretizzano solo nel 2011, quando i Blue si riuniscono per rappresentare il Regno Unito all’Eurovision con il brano I Can. Si classificano undicesimi e partono per un mini tour nel sud-est asiatico. Un nuovo album, Roulette, vede la luce nel 2013, prima in Germania e poi nel Regno Unito. Dal disco, che si rivela un flop rispetto a quelli che lo hanno preceduto, vengono estratti i singoli Hurt Lovers, Without You, Break my Heart, Ayo e Broken. Nel 2014 i Blue annunciano di aver firmato un accordo con Sony per due album. Nel 2015 esce Colours, ma vende cosí poco che la Sony decide di scaricare i Blue. I ragazzi hanno poi dichiarato di non avere intenzione di far uscire nuovo materiale, ma di volersi limitare ai tour.

Vi lasciamo con qualche curiositá:

  • Lee ha preso parte a diversi reality show, tra cui il Grande Fratello Vip inglese e Celebs Go Dating (una sorta di Uomini e Donne);
  • Antony si è cimentato con la scrittura e ha pubblicato Our Story, (auto)biografia dei Blue;
  • Simon Webbe ha messo grande impegno nella sua carriera da solista e ha pubblicato ben tre album, l’ultimo dei quali è Smile del 2017;
  • Duncan ha arricchito il suo curriculum con numerose apparizioni in film, serie televisive e musical, oltre che a lavorare saltuariamente come conduttore televisivo;
  • Di recente i Blue sono stati protagonisti di una pubblicitá per delle…caldaie. La trovate qui.

Lo ammetto…io avevo un cotta pazzesca per Duncan James! Chi era il vostro preferito? Ditecelo qui sotto e non dimenticate di seguirci sui nostri social. Ci trovate su Facebook, Instagram e Twitter.

L’Eurovision ai tempi del Covid: come si svolge e dove vederlo

Noi della redazione di Smells Like Queen Spirit Mag eravamo a dir poco elettrizzate quando abbiamo realizzato che l’Eurovision 2020 si sarebbe tenuto nella città dove abita una di noi. Eravamo pronte a sbizzarrirci con live, articoli e contenuti extra direttamente dal famoso tappeto rosso. Nel 2019 la vittoria è andata infatti all’olandese Duncan Laurence con la sua Arcade e, di conseguenza, la kermesse quest’anno si sarebbe tenuta a Rotterdam, nei Paesi Bassi. L’emergenza sanitaria ha messo bruscamente fine alle nostre fantasie. Questa edizione, la numero sessantacinque, è stata annullata, o meglio non si terrà con le modalità alle quali tutti noi eravamo abituati.

La macchina del festival delle bandierine colorate con il quale si celebra la musica del vecchio continente quest’anno resta spenta, ma per fortuna non si spegne la musica. L’edizione di quest’anno si svolgerà in nome del distanziamento sociale e sarà racchiusa in una sola serata senza competizione e senza classifica, quella di sabato 16 maggio dal titolo Eurovision: Europe Shine a Light. L’evento sarà presentato dal trio inizialmente designato per condurre l’intero contest: l’attrice Chantal Janzen, il cantante Jan Smit e la cantante Edsilia Rombley (che aveva partecipato al contest nel 1998 e nel 2007). La YouTube Nikkie de Jager, nota al grande pubblico come NikkieTutorials, curerà i contenuti sui social media. In merito alla manifestazione, il produttore esecutivo Sietse Bakker ha dichiarato:

“Vogliamo mettere in piedi uno show che non solo mette al centro i 41 artisti che si sarebbero dovuti esibire a Rotterdam, ma che riesce a ispirare e a connettere quelli che in questi tempi difficili si trovano in casa, in Europa e al di fuori. Naturalmente renderemo omaggio anche a quelli che sono stati colpiti direttamente dalla crisi e a quelli che lavorano duramente per combattere questo virus. Diamo vita a un momento indimenticabile nella storia dell’Eurovision!” [Fonte: sito ufficiale della manifestazione].

All’evento parteciperanno quindi i 41 artisti che si sarebbero dovuti esibire a Rotterdam, ognuno in diretta da una location speciale nel proprio paese e ognuno con una hit proveniente dalle passate edizioni della kermesse. I brani che gli artisti avrebbero portato all’edizione di quest’anno saranno brevemente fatti ascoltare tra un’esibizione e l’altra. È inoltre prevista una performance di tutti gli artisti del brano Love Shine a Light di Katrina And The Waves, brano vincitore del 1997. Numerosissimi gli ospiti, tra i quali gli ex vincitori Marija Serifovic (Serbia, 2007), Ell & Nikki (Azerbaijan, 2011), Mans Zelmerlow (Svezia, 2015) e Gali Atari (Israele, 1979). Presenteranno i loro nuovi singoli il campione in carica Duncan Laurence (che ci farà ascoltare Someone Else) e l’amatissima Netta, cantante israeliana vincitrice del 2018.

Il programma, prodotto dalle tre emittenti olandesi NPO, NOS e AVROTROS, sarà trasmesso in Eurovisione sulle emittenti nazionali e sul canale Youtube della manifestazione. In Italia lo spettacolo andrà in onda il 16 maggio a partire dalle 20:35 su Rai1, condotto da Flavio Insinna e Federico Russo . Interverranno anche alcuni artisti italiani in gara nelle ultime edizioni, ovvero MahmoodErmal Meta e Fabrizio Moro, Il Volo, Francesca Michielin e Francesco Gabbani, che si esibiranno in brani celebri delle scorse edizioni. Previsto anche un intervento di Albano, mentre i look della serata saranno commentati in diretta da Enzo Miccio. Sarà possibile seguire l’evento anche sulla piattaforma Rai Play, su Rai 4 e Rai Radio 2 in compagnia di Ema Stoccolma e Gino Castaldo.

Quest’anno il nostro paese sarà rappresentato dal cantautore Diodato, reduce dalla vittoria al Festival di Sanremo con il brano Fai Rumore e fresco di David di Donatello per la miglior canzone originale (ha scritto e interpretato il brano Che vita meravigliosa, colonna sonora del film di Ferzan Özpetek La Dea Fortuna). A fare da sfondo all’esibizione di Diodato una location d’eccezione, ovvero l’Arena di Verona completamente vuota, illuminata soltanto da luci bianche e blu.

Noi non vediamo l’ora di assistere a questo Eurovision un po’ diverso. E voi lo guarderete?

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Che fine hanno fatto #1 – Paolo Meneguzzi

Oggi inauguriamo su Smells Like Queen Spirit la più nostalgica delle rubriche. In Che fine hanno fatto parleremo di artisti che hanno riempito i pomeriggi post scuola di noi ragazzine nate intorno al 1990 e che son pian piano spariti dalle radio. Oggi ripercorriamo la carriera di Pablo ‘Paolo’ Meneguzzi, il sex symbol con la faccia da bravo ragazzo da due milioni di dischi venduti che ci faceva sospirare davanti alla Mtv di un tempo, quella dei video musicali, di Scrubs e Total Request Live. 

Non tutti sanno che la carriera dell’artista Ticinese inizia in Cile. Paolo partecipa infatti al Festival Viña del Mar nel 1996 come rappresentante dell’Italia e lo vince, diventando una star della musica sudamericana. Il debutto in Italia avviene soltanto nel 2001, quando Paolo si unisce alle nuove proposte del Festival di Sanremo con il brano Ed io non ci sto più, arrivando settimo. Non è certo un inizio con il botto, ma recupera quella stessa estate vincendo Un disco per l’estate con la canzone Mi sei mancata.

Nel 2002 pubblica il singolo di successo In nome dell’amore, ma è il 2003 l’anno della consacrazione. Il singolo Verofalso monopolizza le radio, stessa cosa che accadrà con Lei è, il brano dedicato a sua madre. Lei è darà anche il nome all’album, il secondo in italiano dopo Un sogno nelle mani. Nello stesso anno prende parte al Vodafone Live Tour organizzato da RTL 102.5 e partecipa assiduamente al Festivalbar, come anche nel 2004. Il 2004 è anche l’anno della seconda partecipazione al Festival di Sanremo, stavolta nella categoria Big, con Guardami negli occhi (prego) che gli vale il quarto posto nella classifica finale. Torna al festival anche nel 2005 con Non capiva che l’amavo. Non arriva in finale, ma il brano riscuote grandissimo successo. Nello stesso anno esce il terzo album Favola al quale Paolo fa seguire un omonimo tour tra Svizzera e Italia.

La quarta partecipazione al festival è nel 2007 con il brano Musica. Arriva settimo, ma ottiene le lodi di Pippo Baudo, che definisce il brano ‘il manifesto del festival’. Musica è anche il titolo del quarto album, uscito a marzo. Partecipa per la quinta e ultima volta al festival nel 2008, classificandosi sesto con il brano Grande, scritta insieme a Gatto Panceri. Segue a questa partecipazione l’uscita del quinto album, Corro via. Qualche mese dopo calca invece un palco internazionale, quello dell’Eurovision, dove rappresenta la Svizzera con il brano Era Stupendo, arrivando in semifinale. Nel 2009, dopo 8 anni di successi in Italia, Paolo decide di concentrarsi di nuovo sul resto del mondo, tentando una conquista del mercato discografico statunitense con l’album Mùsica, per poi tornare al mercato italiano nel 2010 in una nuova veste elettropop. Esce l’album Miami, anticipato da singolo Imprevedibile. Nel 2011 celebra dieci anni di sfolgorante carriera in Italia con una raccolta, Best of: sei amore

Negli anni successivi la visibilità di Paolo diminuisce considerevolmente, ma il cantante non smette di fare musica. E’ attivo nel mercato statunitense e sudamericano, partecipa all’album benefico di Enzo Iacchetti Acqua di Natale e, dopo diversi slittamenti, nel settembre 2013 esce l’album Zero, anticipato dal singolo Fragile. Fragile porta la firma del cantautore Tony Maiello ed è scaricabile in formato digitale già dal settembre del 2012. Fa parte dell’album Zero anche il brano La vita cos’è, al quale hanno collaborato Matt Howe (tecnico di Elton John, Michael Jackson e di Meneguzzi) e Max Marcolini (chitarrista e arrangiatore per Zucchero). Il 2014 vede Paolo impegnato in una serie di tour: comincia con una mini tournée in Cile, prosegue con l’estivo Fantastico Zero Tour in Italia, chiude con un tour in sud America. Nel 2015 si dedica a un progetto diverso, l’apertura della Pop Music School a Mendrisio, suo paese d’origine, non trascurando la scrittura di nuovo materiale, sebbene limitato ad alcuni singoli sparsi: Sogno d’estate (2016), Lunapark (2018) in collaborazione con il rapper ticinese Maxi B, Estate rock & roll (2018) realizzata con il cantautore Simone Tomassini (che in molti ricorderanno solo come Simone), Supersonica (2019).

Il 3 aprile 2020 pubblica sul suo profilo Instagram un video di qualche secondo in cui annuncia l’uscita del suo nuovo singolo Il Coraggio aggiungendo ironico <<non ditelo a nessuno, tanto nessuno ci crede>>. Il video impazza sui social, tra chi crede sia un pesce d’aprile in ritardo e chi commenta i segni del tempo sul suo volto. Paolo oggi ha 43 anni, è padre e ha persino comprato un bar. Appare certamente diverso da come ce lo ricordavamo ma, si sa, il tempo passa per tutti.

Qui potete vedere il video di Il Coraggio, che Paolo ha girato in casa sua insieme a suo figlio Leonardo.

Anche voi canticchiate ancora le canzoni di Paolo? Quali artisti vorreste vedere prossimamente protagonisti della nostra rubrica?

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